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Dipinti > 1800 > 'Diana', olio su tela di Francesco Gonin (Torino 1808 – Giaveno, Torino 1889).
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| 'Diana', olio su tela di Francesco Gonin (Torino 1808 – Giaveno, Torino 1889). | Descrizione: Francesco Gonin si diplomò presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove fu allievo di Lorenzo Pécheux (Lione 1729 - Torino 1821), influenzato, a Roma, dal neoclassicismo di Pompeo Batoni (Lucca 1708 - Roma 1787). Fu discepolo anche di Giovanni Battista Biscarra (Nizza 1790 - Torino 1851), amico del Canova.
Nel 1822 iniziò a collaborare con alcuni laboratori litografici e con la Stamperia Reale per la creazione d'illustrazioni, iniziando anche ad assistere Luigi Vacca (Torino 1778-1854), pittore d'affreschi e scenografo presso i teatri Carignano e Regio. Il Gonin ne sposò la figlia nel 1829 e nel 1854 gli successe come scenografo presso il teatro Regio.
Conosciuto Massimo d'Azeglio nel 1830, ne illustrò alcuni romanzi, tra i quali 'Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta'.
A Milano, tramite il d'Azeglio, conobbe Alessandro Manzoni, del quale illustrò 'I Promessi sposi' e 'Storia della colonna infame', pubblicati a Milano nel 1840.
In questi anni iniziarono le commissioni d'illustri famiglie piemontesi e dello stesso re Carlo Alberto, il quale lo incaricò di eseguire il riallistimento degli interni di alcune delle residenze reali, incarico che ebbe fino alla morte del re, avvenuta nel 1849.
Intorno al 1840, a Torino, decorò ad affresco la sala da ballo del Palazzo Reale progettata da Pelagio Pelagi (Bologna 1775 – Torino 1860) ed il palazzo Carignano. Decorò, inoltre, nello stesso periodo, una sala delle Margherie nel castello di Racconigi.
Il Gonin ricevette anche l'incarico di illustrare con litografie alcuni avvenimenti publici e privati della famiglia reale.
Ancora a Torino decorò il duomo, la chiesa della Ss. Trinità, il soffitto del teatro Carignano, la basilica dei Ss. Maurizio e Lazzaro nonchè numerose chiese e palazzi del Piemonte.
La famiglia reale e quelle aristocratiche piemontesi gli commissionarono opere di soggetto storico e religioso, nonchè ritratti, tra i quali si ricordano quelli di Vittorio Emanuele II (1820-1878) e della moglie Maria Adelaide d'Austria (1822-1855), i ritratti dei Beati Umberto e Bonifazio per la Sala del Consiglio di Palazzo Reale di Torino, e quelli eseguiti per i conti di Cavour.
Gonin fu pittore al contempo eclettico, neoclassico, neogotico, romantico. Dipinse nature morte, paesaggi e scene di genere, avvalendosi anche della tecnica dell'acquerello.
Alcune suo opere sono conservate presso la Galleria di Palazzo Bianco a Genova e presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma.
Il dipinto in oggetto appartiene alla produzione di opere ispirate alla mitologia classica, realizzate mediante pennellate morbide e colori pastello.
Bibliografia: AA.VV., 'Francesco Gonin', catalogo mostra, Torino 1991; Francesca Grana, 'Francesco Gonin. Pittore piemontese tra età carloalbertina e Risorgimento', UCIIM, Torino 2011. | | Epoca: 1850 ca. | | Dimensioni: cm. 32 x 25 cm. | | Prezzo: € 2.400,00 | | Art.: RC 108 |
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